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Dovremmo chiederci dove e chi abbia sbagliato nella vicenda, rendendosi responsabile di una ferita ancora aperta dopo cinquecento anni, e ancor più grave di quella tra l'Oriente e l'Occidente cristiano di cinque secoli prima.

Ha sbagliato il giovane riformatore tedesco nella sua intransigenza e assolutezza?

Ha sbagliato il papa per non aver accolto, quando era ancora in tempo, l'offerta di affrontare insieme il problema degli abusi e di una prassi ecclesiastica apertamente difforme dagli insegnamenti evangelici?

Hanno sbagliato entrambi per non essersi messi in ascolto l'uno dell'altro, non sono stati sufficientemente umili per riconoscere i propri limiti ed errori ed incapaci di individuare, sul piano del dialogo e della reciproca stima, le loro istanze?

L'anno 2017 è il primo dei prossimi cinquecento.
Potrebbe esser una buona occasione per inaugurare il nuovo corso di una cristianità riconciliata.


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